Brooks PureGrit


Finalmente ci sono riuscito, le ho tolte dai piedi.

DA principio lo scetticiscmo era molto, soprattutto sul loro utilizzo per una persona della mia taglia. Non sono grasso, ma con un peso di 80 kged un certo volume muscolare, rispetto a molti runners magri e longilinei.

Eppure dopo il primo impatto ( alla cassa del negozio pensavo già: “che frescaccia che ho fatto “ ), invece è bastato farci subito il primo allenamento per ricredermi. Forse sono il miglior paio di scarpe che abbia utilizzato. Acquistate solo sette giorni prima di una importante ed impegnativa gara Ultra: “ IL MALANDRINO “.

Dalla prima prova in negozio si capiva che la scarpa era ben fatta. Lo shape della tomaia calza alla perfezione provando subito quella sensazione di comodità; la conformazione, permettono alle teste metatarsali di disporsi naturalmente ad arco e non constrette; il drop tacco punta di soli 5mm abbinate ad una suola dal taglio abbondante e particolare, fanno sentire la solidità dell’appoggio; il tallone rimane fasciato e saldo.

Come dicono i manuali, mai utilizzare una scarpa nuova in gara, figuriamoci una Ultra. Beh! io l’ho fatto, se non un paio di uscite di pochi km, ed una delle due sul tappeto rotante.

Già dai primi km le PureGrit sono sembrate fantastiche. Non avendo una tomaia ingombrante, il piede è libero di articolarsi alla caviglia permettendo una corsa naturale e rilassata qualunque sia stato il fondo, la pendenza, il ritmo. Un mix di elementi che hanno messo a dura prova questo incredibile paio di scarpe. Il terreno che andavamo trovando, passava dal polveroso al duro, dalla roccia al fango, eppure il grip non ha mai mollato, le PureGrit si attaccavano a terra con una tenuta incredibile. Una tenuta dovuta oltre che dalla scolpitura della suola, anche dalla superfice che è leggermente più larga rispetto alle calzature tradizionali offrendo anche maggior supporto ed appoggio.

Sulle rocce le dita dei piedi sono protette da un leggero rinforzo sulla punta garantendo il giusto compromesso tra mobilità e protezione. Inoltre il taglio della suola in corrispondenza dell’alluce ed il materiale che la costituiscono BioMoGO DNA assicurano una protezione ottimale dall’impatto e dalle asperità del terreno. Un piccolo appunto sul particolare taglio che separa l’alluce. Permette al piede in fase di appoggio trazione e spinta, di sfruttare le nostre capacità propriocettive. Capacità sensoriali messe in atto anche dal poco spessore dell’intersuola, solamente 16 mm nel punto minimo. Stimoli che permettono al piede di essere attivo durante durante le fasi della corsa e non solo un semplice appoggio come avviene solitamente nelle calzature tradizionali.

E chilometri dopo chilometri, gli amici rimanevano esterrefatti dal fatto che stessi superando i 50 km avvicinandomi all’arrivo degli 80 senza dolori, fastidi, vesciche... Ma da buon UltraTrailer e Corridore estremo, le sfide sono pane quotidiano quindi dopo quindici giorni, mi trovo al via di una SkyRace. Salite, discese mozzafiato, sassi, passaggi di cresta ed infine anche 300 metri di tartan per arrivare al traguardo. Sapete una cosa? rispetto allo scorso anno circa venti minuti in meno. Eppure una brutta fascite ha rallentato di molto la mia preparazione impedendomi di allenarmi come avrei dovuto e voluto!

Proprio così, una fascite che, dopo aver corso undici ultra in nove mesi la scorsa stagione, i miei piedi dopo essere stati chiusi in degli scarponi da sci si sono ribellati.

Grazie alla Linea Pure della Brooks, ( a breve la recensione degli altri modelli ) sto riscoprendo il piacere di correre tanto che non contento, e desideroso di strapazzare le scarpe, ho preso parte anche alla Lavaredo

 

Autore:

Giovanni Volonte'

Linea Club Wellness&Training.



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