Merrell TrailGlove
La Trail Glove è la calzatura con la quale Merrel interpreta la
filosofia del “barefoot running”, i cui benefici, ci ricordano, sono
quelli di stimolare il piede e il corpo, in modo da riallineare una
naturale bio-meccanica del passo e rinforzare i muscoli e i tendini.
Naturalmente Merrel avverte che occorre gradualità per ottenere
risultati soddisfacenti e progressi salutari.
La Trail Glove si presenta come una scarpa dal look “normale”,
quasi elegante, assomigliando molto a certe scarpe da passeggio estive.
La tomaia è costituita da un mesh leggero e traspirante, trattato con la
tecnologia antimicrobica Aegis shield. La parte interna, nella zona del
tallone, e per tutta la linguetta, è rivestita con un materiale che al
tatto sembra panno, molto morbido e antisfregamento. Questo permette di
non dover indossare calzini. Naturalmente, proprio perchè progettata
“barefoot”, questa scarpa manca di conchiglia al tallone. Comunque,
grazie a un rinforzo di tipo sintetico che ha funzione contenitiva, e al
meccanismo di allacciatura, collarino e talloniera vestono bene il
piede.
L'allacciatura è di tipo tradizionale – ha i lacci - ma è
articolata : gli occhielli non sono posti sui bordi della tomaia, sono
arretrati, e costituiscono la parte estrema di alcuni inserti in
materiale plastico che hanno il compito di rinforzare la tenuta laterale
del piede. Gli occhielli sono collegati tra loro da strisce in tessuto
che , internamente, funzionano da tiranti dei due margini della tomaia,
passando sopra la linguetta imbottita; mentre sulla superficie esterna ,
costituiscono le sole in cui passa il laccio. Questo sistema garantisce
un ottima tenuta del piede e permette di non avere punti di pressione
sulla linguetta dovuti ai lanci, in quanto la loro sezione è rotonda,
mentre queste strisce di tessuto sono piatte e distribuiscono in modo
uniforme la tensione. Gli ultimi due occhielli sono anellini metallici
posti sul bordo del collarino, ma il secondo non è coperto dalla
linguetta, per quanto possa essere lontano dal contatto con il piede,
proprio per quel minimo spessore creato dal collarino li vicino.
La zona dell'avampiede è ben progettata, spaziosa, e protettiva:
il puntale si estende dal punto dove è alloggiato il mignolo, fino al
punto in cui iniziano le falangi dell'alluce, composto da un
rivestimento plastico sagomato seguendo quella che è la meccanica delle
torsioni del piede, risultando meno profondo la dove potrebbe creare
inutile rigidità, e creare tensioni che alla lunga produrrebbero effetti
di usura al materiale stesso della protezione, e smagliature del mesh.
Il complesso suola-intersuola è progettato dalla Vibram.
L'intersuola è costituita da un guscio di materiale eva morbido
che segue conformazione del piede ed ha una funzione “assorbente”
(preferisco questa dicitura ad “ammortizzante”) degli urti. Lo spessore
in zona tallone è di 4 millimetri, mentre sull'avampiede è di 1mm. La
suola è molto scolpita, in modo articolato, e nella zona del puntale è
più spessa (compensa quei 3mm di differenziale dell'intersuola), ed ha
anche funzione protettiva. I tasselli risultano essere abbastanza
rigidi, e nelle varie zone della pianta, hanno un disegno con
esposizione mirata a portare grip nel senso delle forze che agiscono nel
momento dell'appoggio: così sono molto inclinati, rispetto alla
longitudinale del piede, sulla parte esterna della pianta, per garantire
maggior presa negli appoggi laterali. Da notare poi che nella zona
delle falangi, la scolpitura è più bassa rispetto alle altre zone, a
formare un vuoto che asseconda la meccanica dell'appoggio, garantendo
maggior elasticità nella rullata.
Ho provato questa scarpa negli ultimi giorni, ci ho percorso 80km su strada, su strada bianca, su sentiero sterrato con fondo di tufo bianco tipico della Val Talloria, attraversandone i vigneti, tra i quali quelli della Fontana Fredda; su sentieri singletrack dal fondo sassoso tipico delle montagne della Val Bisenzio, attraversando i terreni delle cave di ferro; sui sentieri che iniziano già a ricoprirsi delle foglie d'autunno. Ed in condizioni di fondo bagnato.
Ho trovato la scarpa differente dalle altre rinomate scarpe
barefoot, le 5Fingers, già da fermo, e camminando in piano: non sembra
di poggiare sul tallone, anche da fermo, per quanto sia dichiarato una
differenziale pari a 0 tra tallone e avampiede; camminando sembra che
l'avampiede sia leggermente rialzato, l'appoggio avviene sulla parte
vicina all'arco del piede, e questo porta a compiere una rullata che
coinvolge solo l'avanpiede; questa impostazione comporta una migliore
meccanica durante la corsa, in quanto carica meno il peso sulle dita dei
piedi, cosa che si apprezza ancor di più in discesa, sia quando si può
correre fluidamente su asfalto, anche nei tratti con molta pendenza; sia
su tratti di discesa anche tecnici, dove permette un ottimo e sicuro
appoggio, sempre e solo sull'avampiede, senza mai coinvolgere la zona
del tallone, in un gesto molto più simile al saltellare che al correre.
La protezione all'avampiede permette una corsa rilassata a livello
mentale, nel senso che non occorre far troppa attenzione dove si
appoggia il piede; ci si sente sempre ben protetti; meglio ancora se si
prende una taglia non troppo stretta: io che porto un 43, ho preso
taglia 44, che lascia un po di spazio libero alle dita, (giusto quei 3
millimetri in zona alluce, mezzo centimetro verso il mignolo) e permette
alla struttura protettiva di assorbire eventuali scontri contro sassi e
radici, evitando che il colpo raggiunga le dita.
Grazie al meccanismo di allacciatura e alla conformazione della
talloniera, la scarpa non “scivola” mai via sotto il piede, in senso
trasversale, durante repentini spostamenti di direzione, o appoggi
laterali nelle discese. L'appoggio al terreno risulta essere sempre
sicuro grazie anche alle caratteristiche della suola, e il piede non
soffre della conformazione del fondo (la distanza massima percorsa in un
unica uscita è stata di 24km). Il tallone non ha mai subito shock
dovuti alla pressione di sassi, di quelli piccoli e appuntiti che si
trovano per strade bianche o tratturi.
Insomma, questa scarpa può essere considerata come il modello più adatto per un primo approccio al barefoot, soprattutto orientato verso l'off-road, e il trail puro.